Villa Malvezzi

Sorge su commissione di Giovanni Malvezzi (1887- 1972), vicentino di nascita e parellelese d’adozione che, giovanissimo è nel gruppo ispiratore della rivista Rinnovamento. Laureato ventunenne in Giurisprudenza, nel gennaio 1909 parte volontario per soccorrere le vittime del terremoto di Messina. Amico di Umberto Zanotti Bianco è con lui uno dei fondatori e collaboratori dell’Associazione per gli Interessi del Mezzogiorno. Sempre con Zanotti Bianco partecipa alla stesura dell’inchiesta sull’Aspromonte occidentale (Milano, 1910), opera che segna l’inizio di un concreto interesse per i problemi del Mezzogiorno d’Italia. Lascia l’attività presso l’ANIMI nel 1913. È quindi fra i componenti del Commissariato per l’emigrazione. Come ufficiale di Fanteria partecipa alla Grande Guerra, meritando cinque medaglie al valore. Nel dopoguerra entra nel Credito italiano, dove assume la carica di Direttore della filiale di Firenze. È chiamato nel 1934 all’IRI e gli è conferito il ruolo di Direttore centrale; nel settembre 1943 gli viene affidata la direzione di IRI-Nord a Milano.

Si prodiga in azioni clandestine a favore della Resistenza, sfruttando la relativa mobilità che la sua posizione gli consente. Nel gennaio 1945 viene incarcerato alle Nuove a Torino, dove evita la deportazione grazie a uno scambio di prigionieri. Dopo la Liberazione subisce numerosi attacchi e viene scagionato da ogni accusa dal Tribunale per le Epurazioni. Nel maggio dello stesso anno è nominato Direttore Generale dell’IRI, ma già nell’agosto 1947 presenta le dimissioni. Prosegue l’attività professionale fino al 1957 come presidente di Monte Amiata, di alcune consociate IRI e mantiene incarichi presso numerosi consigli d’amministrazione di società italiane, francesi e svizzere.

La costruzione della sua vasta villa a Parella risale agli anni 1923- 25. L’edificio permane con le dipendenze e il vasto parco secolare in via Luigi Barattia 8. Esito dell’aggregazione ortogonale di due corpi di fabbrica di poco sfalsati, si eleva su due alti piani e sottotetto, che a tratti si aprono in loggiati e in un elegante porticato su colonne ioniche in litocemento. La muratura alterna corsi in laterizio e pietrame, su cui si stagliano le eleganti cornici bianche a rilievo delle aperture che, al piano sottotetto, seguono un disegno ovale, memoria delle dimore castellate del ‘500. Nei raffinati interni si conservano manufatti di pregio, accomunati da un’unicaregia estetica, riferibile al dott. Piero Giacosa, fratello del drammaturgo e suocero del committente, che nel 1913 ne aveva sposato la figlia Elena. Eclettica figura di scienziato, artista, docente e storico, attivo nel gruppo di studiosi e progettisti che nel 1884 aveva edificato il Castello e Borgo medievale del Valentino a Torino, il dott. Giacosa informa la redazione del progetto della villa, la cui prima stesura reca la firma dell’ingegnere eporediese Tancredi Aluffi (1892-1982), figlio di Alberto, anch’egli affermato progettista.

Spetta al conte ing. arch. Vittorio Tornielli (1870-1963) il completamento della costruzione. Originario di Mombello Monferrato (Al), si dedica a numerosi interventi di restauro di chiese ed edifici civili antichi in varie località del Piemonte. Nel 1910 è incaricato da Riccardo Gualino di progettare il ricostruzione del Castello di Cereseto, sul modello aristocratico feudale diffuso in Piemonte e in Lombardia. Per quasi vent’anni diviene il progettista di fiducia del facoltoso imprenditore, sviluppa un’intensa attività di studioso ed esperto di arte antica, instancabile promotore culturale, trattatista e collezionista. Nell’evocazione neo-rinascimentale, il Tornielli e il dott. Giacosa sono accomunati da una visione ideale del mondo medievale, ricreato secondo un pensiero in vario modo legato alle Arts and Crafts inglesi e al recupero-ricreazione dell’antico. Orientamento condiviso anche dal Malvezzi che, ritiratosi dagli impegni professionali nella sua villa di Parella, si dedica alla storia, ampliando e ordinando la propria biblioteca di oltre 30.000 volumi e 350 testate di periodici, prodigandosi inoltre per lo sviluppo sociale ed economico del Canavese. Giovanni Malvezzi si spegne a Parella nel 1972.

Scheda tecnica a cura dell’arch. Grazia Imarisio